Lech Walesa: "Il comunismo? Ogni tanto vado a Cuba per combatterlo ancora
Sabato 28 Maggio 2011 alle 19:15 | 0 commenti

A seguire pubblicheremo le dichiarazioni e i discorsi ufficiali di Walesa e Variati per la "consegna" della cittadinza onororaria conferita a Lech Walesa il 14 giugno 1982 prima ancora del Nobel dell'83. E un'intervista esclusiva a una coppia di profughi polacchi, Elzbieta Turska e Andrzej Bogdanski, oggi italiani e vicentini, ma fuggiti nel 1987 dalla Polonia, come oggi accade ai nordafricani arrivati a Vicenza (qui la photo gallery).
di Enrico Soli
Lech Walesa: "Il comunismo? Ogni tanto vado a Cuba per combatterlo ancora
Gustoso incontro di Lech Walesa con la stampa in occasione della cittadinanza onoraria consegnata dal Comune di Vicenza al grande politico polacco ospite del Festival Biblico.
Gli mancano la lotta al comunismo e la presenza di papa Wojtila, simboli degli anni Ottanta, ma Lech Walesa oggi è ancora un uomo proiettato nel futuro. Un esempio: la sua visione del sindacato. "I sindacati promuoveranno scioperi ancora per poco. Nell'arco di tre anni ci saranno sempre più negoziati su un tavolo a tre formato oltre che dai sindacalisti, dai datori di lavoro e dall'amministrazione. Ognuno porta un cd-rom con le proposte e poi ci pensa il computer a proporre la soluzione. È da venticinque anni che lo dico. Le emozioni le lasceremo per cose come il calcio, non più per il lavoro, che invece va organizzato in maniera seria. Gli scioperi servivano una volta; adesso, in questo modo globalizzato, è assurdo usare le pietre".

Un'immagine della conferenza stampa di oggi con Walesa e Variati (foto VicenzaPiù)
A chi gli fa notare che venendo a Vicenza ha "saltato" l'incontro con Obama, Walesa risponde con una battuta: "Tanto non c'era nulla da fare a parte una foto e io di foto ne ho già molte". Un ultimo pensiero va a papa Wojtila: "Certo che mi manca e pregavo e litigavo con Dio quando stava morendo. Pensavo: proprio adesso che si sta creando l'Europa unita, non ce la faremo senza di lui".
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